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I primi incontri sono serviti a creare il gruppo. 

Abbiamo iniziato con una prima presentazione, improvvisata, di un nostro pensiero. 

Poi un testo, scritto ma imparato a memoria, breve (circa un minuto), che ci ha dato una immagine di noi stessi davanti agli altri.

Poi, via via, esercizi di improvvisazione di gruppo, per creare affinità, squadra, confidenza e fiducia gli uni verso gli altri.

Persone diverse, tanto diverse. Qualche professionista dello spettacolo, magari in settori diversi dalla prosa (musica, canto lirico, regia, ecc.), qualche dilettante con esperienze nel teatro amatoriale, qualche semplice spettatore.

Insieme la passione per il teatro e la voglia di scoprire se stessi attraverso il rapporto con gli altri.

Prima di tutto: esercizi.

Una parola a testa - Si tratta di raccontare una storia, ma ogni attore non può dire più di una parola per volta, che sia essa una parola piena ('sasso', 'albero', 'mostro') o una parola vuota (congiunzioni come 'e', avverbi...).

Una parola, tre parole, una parola... - complicazione dell'esercizio precedente

Poi, a maggio, rimasti oramai non più di una decina (tra onnipresenti, assidui frequentatori e sporadici visitatori), Gualtiero arriva con una serie di fotocopie.

Riccardo III - atto primo, scena seconda

E da quel giorno le giornata di noi fools iniziano a cambiare...

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