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WILLIAM SHAKESPEARE - RICCARDO III - ATTO I - SCENA II

 

ANNA                       Diavolo immondo, di questa terra felice hai fatto il tuo inferno. Ammira questo esempio dei tuoi massacri; le ferite di Enrico spalancano le loro gelide bocche per sanguinare ancora. E tu, terra che bevi questo sangue, vendica la sua morte. Il cielo fulmini questo assassino o la terra spalanchi una voragine per inghiottirlo vivo, come inghiotte ora il sangue di questo buon sovrano.

 

RICCARDO            Madama, voi ignorate le regole di quella carità che rende bene per male, benedizione per maledizione.

 

ANNA                       Sei tu che ignori tutte le leggi di Dio e degli uomini. Non c’è bestia che sia tanto feroce da non conoscere almeno un briciolo di pietà

 

RICCARDO            Pietà io non conosco, perciò non sono bestia. Dégnati, divina perfezione di donna, di concedermi licenza che di questi supposti miei delitti, io con te, appunto, mi scagioni.

 

ANNA                  Degnati tu, deforme infezione d’uomo, per questi tuoi ben noti delitti, di dar licenza a me di maledirti, maledetto.

 

RICCARDO                  Non ho ucciso io vostro marito.

 

ANNA                  Allora è vivo?

 

RICCARDO                  No. È morto, e per mano di Edoardo.

 

ANNA                  Menti per la tua gola infame. Non fosti tu ad uccidere questo re?

 

RICCARDO                  Ve lo concedo, sì.

 

ANNA                  Dio conceda a me che tu possa essere dannato per questo delitto. Oh, egli era gentile, mite e virtuoso!

 

RICCARDO                    Il più adatto al Regno dei cieli, che ora l’ha con sé.

 

ANNA                  Egli è in cielo, dove tu non andrai mai.

 

RICCARDO            Mi sia dunque grato se l’ho aiutato ad andare lassù, visto ch’era più congeniale a quel luogo che alla terra.

 

ANNA                  E tu non sei congeniale ad altro luogo che l’inferno.

 

RICCARDO                  Oh, ce n’è un altro, se mi permettete di dirlo.

 

ANNA                  Qualche segreta.

 

RICCARDO                  La tua stanza da letto.

 

ANNA                    Che tormentati sonni alberghino la camera dove tu dormi.

 

RICCARDO                  Così sarà, madama, finché non dormirò con voi.

 

ANNA                  Io lo spero.

 

RICCARDO         Io lo so. Ma, gentile Lady Anna, la causa delle premature morti di questi due Plantageneti, Enrico ed Edoardo, non è forse biasimabile quanto chi le ha eseguite?

 

ANNA                  Tu fosti la causa, e il loro maledettissimo effetto.

 

RICCARDO         La vostra bellezza fu la causa di questo effetto. La vostra bellezza che tanto m’ossessiona nel sonno, da istigarmi a dar la morte a tutto il mondo pur di vivere un’ora sul vostro seno.

 

ANNA                  Se credessi a questo, assassino, io ti dico che queste unghie strapperebbero questa bellezza dalle mie guance.

 

RICCARDO            I miei occhi non potrebbero sopportare le rovina di così dolce bellezza, non potreste sciuparla in  mia presenza. Ché come il mondo è rallegrato dal sole, così quella per me; è la mia luce, è la mia vita.

 

ANNA                  Nera notte oscuri il tuo giorno, la morte la tua vita.

 

RICCARDO                  Non maledire te stessa, bella creatura: tu sei entrambe.

 

ANNA                  Vorrei esserlo, per vendicarmi.

 

RICCARDO                        È una vendetta contro natura vendicarsi di chi vi ama.

 

ANNA                  È  una vendetta giusta e ragionevole vendicarsi di chi ha ucciso mio marito

 

RICCARDO         Chi ti ha privato, signora, del marito, lo ha fatto per aiutarti a trovare un marito migliore.

 

ANNA                  Migliore di lui non ce n’è che respiri sulla terra.

 

RICCARDO                  Esiste chi t’ama meglio di quanto egli non facesse.

 

ANNA                  Dimmi il nome.

 

RICCARDO                  Plantageneto.

 

ANNA                  Ebbene, quello era lui.

 

RICCARDO                  Lo stesso nome, ma di miglior natura.

 

ANNA                  Dov’è?

 

RICCARDO                  Qui. (Anna gli sputa in faccia) Perché mi sputi addosso?

 

ANNA                  Potesse essere veleno mortale.

 

RICCARDO                  Mai scaturì veleno da così dolce fonte.

 

ANNA                       Levati dalla mia vista! Infetti i miei occhi!

 

RICCARDO                  I tuoi occhi, dolce signora, Hanno infettato i miei.

 

ANNA                  Fossero basilischi, per darti morte.

 

RICCARDO         Vorrei lo fossero, morirei così all’istante! Pregato non ho mai nemico o amico, mai la mia lingua seppe imparare carezzevoli parole di lusinga, ma ora che la tua bellezza mi si offre come premio, il mio cuore orgoglioso incita la mia lingua e le suggerisce le parole. Se il tuo cuore ha tal sete di vendetta da non conoscere perdono ecco, ti do la mia spada affilata: affondala in questo petto a te fedele, e fanne uscire l’anima che t’adora; io qui te lo offro, ed umilmente inginocchiato, a te chiedo la morte. Fu la tua bellezza a provocarmi, fu il tuo volto d’angelo a istigarmi.

 

ANNA                 (lascia cadere dalle mani la spada)

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