Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

0
0
0
s2sdefault

Luogo e data di nascita sono coperte da un alone di mistero, come ogni leggenda che si rispetti d’altronde. Lo stesso vale per i motivi della cattura. L’unica cosa certa, è l’attaccamento che i campesionos e la povera gente più in generale hanno per questo Gaucho dai poteri sovrannaturali. Lo chiamano il Robin Hood criollo. Prima di essere decapitato da un poliziotto sembra compisse assalti a carovane di ricchi possidenti, distribuendone la refurtiva tra i contadini poveri del nord del paese. Sulle ragioni che lo spinsero a “darsi alla macchia” ci sono diverse versioni, ed anche questo non potrebbe che essere così in effetti.

La prima versione, quella dal laitmotiv marcatamente passionale, lo vuole nelle (s)vesti di un amante imprudente. Invaghitosi di una ricca vedeva, il gaucho provocherà le ire del fratello e di un poliziotto. Quest’ultimo, preso da irrefrenabile gelosia, lo ucciderà tagliandogli la testa. La seconda, invece, ha il classico retrogusto amaro, tipico dei tradizionali racconti di rivoluzionari. Tutto si svolse durante gli anni della guerra civile tra Paraguay e Argentina. Azzurri contro rossi. Liberali contro autonomisti. Fratelli contro fratelli. Gil el Gauchito rifiutò di continuare quel fratricidio e disertò. Braccato come un animale prese la “via dei monti” dove riuscì a sopravvivere per diversi anni, grazie all’aiuto della popolazione. Fino a quando, però, non venne catturato e giustiziato.

Poco prima di morire, leggenda vuole che il gaucho dall’animo nobile pronunciò una nefasta profezia: se quell’uomo lo avesse ucciso, su di lui si sarebbe abbattuta una tremenda sciagura. La cosa si verifico, puntualmente! L’agente facendo ritorno a casa trovò il figlio gravemente ammalato come aveva predetto il gaucho. Preso dalla disperazione l’uomo invocò l’aiuto dello stesso Gil e salvò la vita all’amato figlio.

Gran parte di quanto racconto appartiene, ovviamente, alla mondo della fantasia. La potenza di queste storie, tuttavia, sembra inarrestabile. Leggende come questa, infatti, si tramando da secoli immutate. Spingono uomini e donne in un universo fatto di riti pagani e liturgie cristiane. Il culto degli antenati e della pachamamasi mescolano a quello dei santi come in un melting pot di sacro e profano. Avendo avuto la fortuna di fare da spettatore ad uno di questi momenti “sacri”, posso assicurare che il trasporto e il coinvolgimento che pervade anime e corpi lascia sbalorditi. Tutto sembra fermarsi, il tempo e lo spazio acquisiscono una dimensione mistica, quasi paranormale.

News