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Viaggiare. Una passione che da tanti anni continua a folgorarmi ogni volta che inizio a preparare uno zaino o una valigia. Curiosità, a volte routine, quasi sempre la ricerca di una novità, da memorizzare e, perché no, da raccontare e condividere.

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Si fa presto a dire Cina.

Chi non ci è mai stato magari sogna di andarci, aspettandosi un viaggio tra cultura, tradizione e modernità. L’imprenditore sogna di farci affari (e soldi) con una certa facilità. Tutti ci accorgiamo della Cina a causa del ristorante cinese sotto casa, anzi oggi del negozio o del bar gestito da cinesi, oppure dell’etichetta di tutto quello che comperiamo: “Made in China”.

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Un percorso mozzafiato! Dalla costa oceanica di Bahia de los pelicanos, vicino a Valparaiso, al Paso de los Libertadores, il valico andino tra Cile e Argentina, sulla strada che passando a fianco dell'Aconcagua, collega Santiago del Cile a Mendoza.

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Il culto della Difunta Correa è probabilmente il più conosciuto e seguito in tutta l’Argentina.
Il mito nasce nel 1840, all’alba della guerra civile tra federali e unionisti, e narra di Dalinda Antonia Correa che per ritrovare il marito arruolato forzosamente si mise in cammino con il figlio ancora in fasce attraverso i deserti della provincia di San Juan. La mancanza di acqua, cibo e gli stenti uccisero ben presto Dalinda. Da qui l’appellativo di difunta.

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Antonio Mamerto Gil Núñez, in arte Gauchito Gil, è solo uno dei tanti “eroi” nazional-popolari che da queste parti vengo venerati al pari dei santi. La sua epopea è così leggendaria che si perde nel tempo, fondendo insieme realtà e fantasia. I suoi presunti poteri di intercezione così poderosi spingono migliaia di persone ogni 8 di gennaio a Mercedes, nella provincia di Corrientes. Vengono da ogni parte dell’Argentina, i fedeli del Gauchito Gil, macinano chilometri e chilometri nella “sola” speranza di ottenere il tanto agognato milagro. Il miracolo che in un colpo solo può cancellare tutte le sofferenze di una vita.

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La mia esperienza in Marocco è stata, come in molti paesi, esclusivamente lavorativa. Nessun tour delle città imperiali, niente visite ai musei o alle meraviglie architettoniche e naturali del paese, nemmeno un giro nel deserto.

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Già l’antico nome della Bretagna spiega la sua principale peculiarità! Ar-mor, regione del mare, così era chiamata l’attuale Bretagna fino al medio evo ed ancora è questo il nome di una delle provincie che la compongono, la regione armoricana.

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Uno splendido viaggio nel paradiso, fatto nel lontano 2003. Fotografie, scattate ancora con la pellicola, e quindi scannerizzate in media qualità, che mantengono comunque inalterato il loro fascino.

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Nonostante le tante difficoltà della competizione di danza associata la viaggio e l'inclemenza del caldo dei primi di luglio, Roma è e rimane una meta stupenda.

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 Senza dubbio Valencia, grazie ai collegamenti forniti da Ryanair, è una meta spagnola facilmente raggiungibile, forse al pari di Barcellona. Probabilemnte è proprio questo ad averne decretato la fortuna turistica, perché per quanto sia una città pulita ed ordinata, non ha niente che possa competere con altre città della Spagna, come Madrid ma anche le più affini Siviglia, Granada e Cordoba.

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L'Alcázar di Siviglia (spagnolo: "Alcázares Reales de Sevilla") è un palazzo reale situato a Siviglia, in Spagna. Originariamente forte dei Mori, l'Alcázar (dall'arabo القصر, al-qaṣr, che significa "palazzo") è stato ampliato svariate volte.

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Siviglia, insieme a Jerez de la Frontera e Cadice, sono forse le tre città culla del flamenco e della cultura flamenca.

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La Plaza de España di Siviglia è una piazza, costruita seguendo lo stile dell'architettura neo-moresca, situata all'interno del Parco di María Luisa, la cui entrata è vicino alla rotonda del Cid Campeador, esattamente di fronte all'antica Reale Fabbrica di Tabacco.

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Parigi è sempre Parigi. Una ovvietà! Eppure, lontano dai periodi turistici, quando il cielo è grigio, la temperatura fredda, l'umidità penetra ovunque, Parigi è più Parigi che mai. D'incanto sembra che la città caotica, piena di luci e di rumori di ogni genere, stia andando in letargo, forse solo in attesa delle festività natalizie, quando di nuovo le luci si accendono e la "Ville Lumière" è più sfavillante che mai.

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Ci sono tanti modi di vedere Parigi. Monumenti, statue, architettura, arte, boulevards, grandeur... A me ha colpito, tra gli altri, quella di vedere Parigi "seduta". I parigini amano l'aria aperta, a volte la subiscono, come i clochard, però sempre dando l'impressione che, anche se il mondo cadesse loro addosso, sarebbe sempre meglio meglio che questo accada a Parigi piuttosto che in qualunque altro posto. Una piccola galleria di parigini seduti sotto il loro cielo, che a volte gli cade addosso, ma altre volte è infinito. Qualche immagine anche di un posto libero, per me...

Andare in vacanza nel sud dell'Andalusia a cavallo tra agosto e settembre può sembrare una cosa da pazzi!

Invece, nonostante il caldo, si apprezza la vera atmosfera di queste terre sospese tra siesta e flamenco.

L'Andalusìa è una delle diciassette comunità autonome della Spagna. È composta da otto province: Almería, Cadice, Cordova, Granada, Huelva, Jaén, Malaga e Siviglia, dove si trova il capoluogo della comunità autonoma dell'Andalusia.

È la più popolata comunità autonoma della Spagna con 8 403 350 abitanti (2017) e la seconda più estesa, il che unito alla sua storia e alla sua cultura le conferiscono un peso piuttosto significativo all'interno della Spagna. Situata nel sud-ovest dell'Europa, è delimitata a ovest dalla Repubblica del Portogallo a sud dall'Oceano Atlantico, dal Mar Mediterraneo (Mare di Alborán e dal territorio d'oltremare britannico di Gibilterra), a nord dall'Estremadura e dalla Castiglia-La Mancia e a est dalla Comunità Autonoma di Murcia.

Si costituì in comunità autonoma in conformità del secondo articolo della Costituzione spagnola del 1978, che riconosce e garantisce il diritto all'autonomia delle nazionalità e delle regioni della Spagna. Il processo di autonomia politica si estende attraverso la procedura restrittiva di cui all'articolo 151 della Costituzione, il che fa dell'Andalusia la sola comunità spagnola ad aver acceduto all'autonomia attraverso questa procedura.

La configurazione geografica è uno degli elementi che conferisce unicità all'Andalusia. Dal punto di vista geografico, si possono distinguere tre grandi aree ambientali, formate dall'interazione di diversi fattori che influenzano l'ambiente fisico: la Sierra Morena (che separa l'Andalusia dalla Meseta), la Cordigliera Betica e la Depressione Betica che distingue l'Alta Andalusia dalla Bassa Andalusia.

La storia dell'Andalusia è il risultato di un processo complesso che raccoglie nell'arco del tempo popoli e culture diverse, nonché diverse realtà socio-economiche e politiche. A pesare sulla contemporaneità vi è il peso lasciato sul territorio dal passaggio di iberi, cartaginesi, romani, vandali, visigoti, bizantini e musulmani.

Come per la storia, la cultura andalusa è il risultato del passaggio di diversi popoli e civiltà che, nel corso del tempo, hanno plasmato una particolare identità culturale.

La realtà economica andalusa all'inizio del XXI secolo risente di uno svantaggio rispetto al panorama spagnolo ed europeo, risultato del fallimento della rivoluzione industriale e della posizione periferica dell'Andalusia circa i circuiti economici internazionali. Questa disuguaglianza è facilmente individuabile notando il basso peso del settore industriale nell'economia, che è ancora fortemente basata sull'agricoltura e sull'ipertrofia del settore dei servizi. Nonostante ciò, per dimensioni l'economia andalusa è la terza del paese.

Fino al 14 marzo 1995 dipendevano amministrativamente dall'Andalusia le città di Ceuta e Melilla, ora città autonome.

Lo spagnolo che si parla nelle Americhe discende in larga parte dal dialetto andaluso dello spagnolo castigliano, per effetto del ruolo che Siviglia svolse come porta di accesso alle colonie spagnole in America, durante il XVI e XVII secolo.

Origini del nome

Il toponimo "Andalusia" è stato introdotto nella lingua castigliana durante il XIII secolo, nella forma el Andalucía. Questa è la forma in lingua spagnola di al andalusiya, in riferimento alla parola araba Al-Andalus, il nome dato ai territori della penisola iberica sotto il governo islamico dal 711 al 1492.[2] L'etimologia che fece derivare Andalusia da Vandalia o Vandalucia (terra dei Vandali), diffusa nel XVI secolo, gode oggi di poco credito.[3]

Per quanto riguarda il suo utilizzo, il termine "Andalusia" non sempre ha avuto come riferimento esatto il territorio oggi noto come tale. Nel corso dell'ultima fase della Riconquista cristiana, il nome è stato dato esclusivamente al sud della penisola sotto il dominio musulmano, ponendolo poi successivamente all'ultimo territorio riconquistato. Nella Prima Cronaca Generale di Alfonso X il Saggio, scritta nella secondo metà del XIII secolo, il termine Andalusia è utilizzato con tre diversi significati:

  1. Come una semplice traduzione di Al-Andalus.
  2. Per designare i territori conquistati dai cristiani nella valle del Guadalquivir e nel Regno di Granada e Murcia. Di fatto Alfonso X si titolò di Re di Castiglia, Leon e di tutta l'Andalusia in un documento del 1253.
  3. Per nominare le terre conquistate dai cristiani nella Valle del Guadalquivir (Regno di Jaén, Cordova e Siviglia).

Durante la riconquista cristiana, questo nome va poi a designare esclusivamente il sud peninsulare, ed il termine si va pian piano a riconvertire, sotto la denominazione castigliana, per riferirsi all'ultimo territorio che sarà liberato dai mori musulmani.

La prima ipotesi sull'origine del toponimo suggerisce che "Al-Àndalus" sia frutto dell'evoluzione dal nome greco di "Atlas" od "Atlante", secondo le mutazioni o varianti successive di "Antalas" - "Andalas" - "Ándalus", suggerendo così la sua provenienza dal termine mitico di "Atlàntide", atteso lo sviluppo della civiltà di Tartessos.

Un'altra ipotesi suggerisce che "Al-Àndalus" provenga dalla degenerazione linguistica di "Landahlauts", nome germanico del sud della Spagna, durante il tempo dell'invasione barbarica dei Visigoti, la cui pronuncia era "Lándalos". Questo termine proverrebbe da "landa", cioè "terra" e "hlauts, "della sorte o del destino". Secondo questa ipotesi gli arabi gli avrebbero anteposto l'articolo arabo "al-".

Costruzioni megalitiche come i Dolmen che erano usati per seppellire persone importanti di una tribù. Alcuni di questi sono: Cueva de Menga ad Antequera (Málaga), il Soto dolmen (Huelva), la tomba del Gigante a El Gastor e Alberite a Villamartín (Cadice). Nei primi secoli della nostra era, la nostra regione era parte dell'impero romano. I romani costruirono numerose città, come corsivo nella provincia di Siviglia, Claudia Baelo in provincia di Cadice, Acinipo in provincia di Malaga e strade che collegano alcune città con gli altri. Durante questo periodo l'Andalusia faceva parte della provincia di Bética. Per la penisola iberica i Romani chiamavano Hispania e in essa c'erano tre province: Tarraconense, Lusitania e Betica. Poi arrivarono gli arabi. Durante il dominio musulmano il Califfato di Cordova è stato creato, l'Alhambra e il Generalife di Granada, Cittadelle di Almeria e Malaga, Siviglia Giralda è stato costruito. Poi i Re Cattolici conquistavano territori occupati dai musulmani e per proteggere i castelli forti sollevate, cattedrali costruite anche monaster. Con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo, inizia periodo di grande commercio nella nostra regione, in particolare a Siviglia. A causa dell'invasione francese, fu dichiarata la Guerra d'Indipendenza e, a Cadice, fu proclamata la prima costituzione, la Costituzione del 1812, detta "La Pepa".

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