Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

0
0
0
s2sdefault

Così siamo andati alle finali nazionali della Coppa Italia metodo PASS. Ma che cos’è il metodo PASS? Sul sito web del metodo www.metodopass.com lo si definisce come Performer Arti Sceniche Spampinato, dal nome dell’ideatrice del metodo, sig.ra Valentina Spampinato. Già una prima sorpresa è che alle finali nazionali l’acronimo P.A.S.S. diventa Performer Arti Scenico Sportive, con un evidente cambio di identificazione, quasi a voler ufficializzare qualcosa che appariva troppo egocentrico. Ma, in fondo, è solo un cambio di lettura di un acronimo, non sarà mica qualcosa di così grave…

Quindi si inizia! Insomma, si inizia. Location Cinecittà World. Accreditamento e braccialetto per l’ingresso, però per entrare al parco serve un codice a barre che (poco) solerti addetti passano sotto al lettore utilizzando fogli stampati. È forse un problema avere un proprio badge? Il gruppo piccolo classe C si deve esibire al “teatro H”, che però in realtà è un capannone industriale semi abbandonato oltre le attrazioni di  Cinecittà World, diviso a metà da una serie di barriere da cantiere. Niente aria condizionata, niente spogliatoi adeguati al numero di persone presenti, niente suddivisione maschi e femmine, niente bagni!!!!, non riscontrata la presenza dei Vigili del Fuoco e di personale sanitario, eppure le persone presenti sono diverse centinaia. Personalmente non ho riscontrato che vi siano state ottemperanze al D.M. 19 agosto 1996, in ogni caso sarei felice di essere smentito da adeguata documentazione prodotta dall’organizzazione (prima di tutto un documento di agibilità del capannone in questione e relativo C.P.I. che indichi l’afflusso contemporaneo di almeno 200 persone). Sono sicuro che sul sito web dell’organizzazione ci saranno adeguate copie di tutta la documentazione relativa alla sicurezza e salute dei ragazzi, che come richiesto dal contratto, hanno dovuto presentare un certificato di idoneità al lavoro dei minori, quindi a tutti gli effetti sono stati considerati dei lavoratori. D.L. 81/2008 s.m.i. dice nulla all’organizzazione?

Messo da parte l’aspetto normativo della cosa, l’organizzazione si presenta fin da subito apocalittica. Le ragazze e gli accompagnatori ammassati nel capannone, con una promiscuità quanto meno imbarazzante. Lo scrivo da papà, uno dei pochi ma non l’unico, che si trova in un immenso spogliatoio di ragazzine in età dai 12 ai 16 anni, costrette a cambiarsi davanti agli occhi di tutti: non essendoci stato nessun controllo dell’accesso, chi garantisce che nessun pervertito dotato di macchina fotografica o, anche, solo di telefono cellulare non si sia sbizzarrito a ritrarre centinaia di ragazzine nude? Malpensante? Di norma non lo sono, affatto, tanto da essere additato spesso come “incosciente” per non cedere all’incubo della paura sempre, ovunque e comunque, ma in questo caso mi è sembrato ci fosse una sorta di “istigazione a delinquere”, quasi premeditata. A tutto ciò fanno corollario i 44°C dell’interno del capannone, i piccioni che svolazzano all’interno sopra i ragazzi che si esibiscono sul palco, la confusione generale e il ritardo, atavico, di qualche ora.

Se tutto ciò ci è sembrato inquietante e paradossale, è stato niente al confronto della giornata successiva. Visto che per regolamento… ah già, il regolamento. Dunque: secondo regolamento, consultabile sul solito sito, dalle fasi provinciali accedono 12 (dodici!) artisti per ogni… bisogna ricorrere alla teoria degli insiemi e al calcolo probabilistico per capire quanti sono gli insiemi.

La prima suddivisione è in categorie per età: 6-11, 12-15,16-18, over 19.

Ogni categoria è suddivisa in classi: A (avanzati), B (intermedi) e C (principianti)

Per ogni classe ci sono le specialità: performer completo; performer specializzato in canto; performer specializzato in danza; performer specializzato in recitazione; formazione compagnia piccola (da 3 a 5 artisti); formazione compagnia grande (da 6 artisti in poi); formazione duo (solo 2 categorie: 6/15 e over 16).

Il tutto diviso (a parte le formazioni) per sesso.

Un breve calcolo: 4 (categorie) X 3 (classi) X 4 (specialità) x 2 (sessi) + 4 (categorie) X 3 (classi) x 2 (sessi) + 2 (formazione duo) = 96 + 24 + 2 = 122

Dunque per il solo passaggio dalle fasi regionali a quelle nazionali ci sono 122 combinazioni delle quali i primi 12 (dodici!!!) “performer” sono ammessi alla fase nazionale. 122 X 12 = 1464 “performer” per regione. Le regioni in Italia sono 21 (19 regioni e 2 Provincie Autonome) per un totale teorico di (rullo di tamburi): 1464 x 21 = 17568 “performer”. A 50€ per persona di iscrizione (30€ il duo e 30€ le compagnie), direi che all’ideatrice del metodo il business plan deve aver dato decisamente ragione: sono circa 750.000€. Di sola iscrizione!!!!

In realtà non sono così tanti i “performer”, ma “solo” 2200 alla fase nazionale. Il gruzzolo è di soli 110.000€ (sempre solo di iscrizione, euro più euro meno). In più vanno aggiunte le prenotazioni agli hotel convenzionati (ci sarà almeno un 10% di provvigione, proprio per stare bassi. Circa 200€ a persona (in media) per gli hotel, più altri 14€ di navetta al giorno. 200€ per persona per fare in calcolo semplice, magari con un accompagnatore ogni 2 “performer”, così che ci siano in totale 3300 persone: sono altri 660.000€, saranno almeno 60.000€ di provvigioni? Saremmo, teoricamente, già a 170.000€ per l’organizzazione (pagate le spese, affitto degli spazi escluso). Vanno poi ovviamente pagate le “star” che fanno da giudici, da Garrison a tutti gli altri del gruppo di “Amici”. E vanno calcolati gli introiti degli sponsor. Inutile fare troppe elucubrazioni economiche, anche perché a tutti coloro che hanno partecipato è apparso chiaro che si è trattato, soprattutto, di business.

Ritorniamo alla giornata delle “finali”, associata alla registrazione televisiva in quanto il tutto verrà trasmesso da una rete nazionale (pare LA5, ma non vi è nessuna comunicazione ufficiale).

Ci si ritrova tutti al Teatro1, alle 10.30, per la registrazione della prima puntata, classe C. Qui inizia un vero e proprio calvario. Il programma è presentato da Valentina Spampinato e Garrison, fino a qui nulla di male, tutt’altro. Non ci sono state prove, quindi sul palco non funziona quasi nulla e ogni lancio di un “performer” è ripetuto almeno un paio di volte. Una volta azzeccato il lancio, se c’è il ragazzino/ragazzina non c’è la base, se c’è la base non funziona il microfono, se questo funziona poi non funzionano le luci per l’attesa del risultato. Morale la registrazione doveva finire alle 14, ce ne siamo andati alle 19.30 ed è finita alle 21. Per iniziare la seconda puntata la cui registrazione è finita alle 3 e mezza di notte. Piccola nota: i performer di questa puntata erano in larga parte minorenni. A me pareva sempre di avere capito che i minori non possono partecipare ad eventi dopo la mezzanotte… Sarà stata Antonella Clerici troppo bacchettona?

Nel mezzo della giornata, come ciliegina sulla torta, le ragazze del gruppo piccolo (cambiate, pettinate e truccate dalle 10 di mattina) avevano la prestazione del gruppo grande. A un certo punto la giuria (nello studio H, il capannone di cui sopra) dà una specie di ultimatum e quindi le tre ragazzine devono spogliarsi, correre nell’altro studio sotto al sole, ricambiarsi con gli altri costumi, cambiare pettinatura e trucco e salire sul palco per esibirsi, rifare la cosa a ritroso per aspettare altre sei ore. Perché? Perché nessuno aveva in mano una scaletta con orari abbastanza precisi da permettere ai partecipanti (paganti!) di organizzarsi e di potersi esibire perlomeno senza un carico di ansia indotto dall’organizzazione di cui, a luglio, non hanno certo bisogno.

La mia conclusione personale è che, se tutto quello che ho visto e vissuto rientra (e spero proprio che sia così) nei limiti della legge, quanto meno non c’è stata nessuna prova di professionalità nell’organizzazione, che a mio parere è stata davvero pessima. In quanto agli obiettivi dell’attività che svolge mia figlia, è stata scelta danza classica quando aveva 4 anni non solo per darle una corretta educazione motoria, ma anche un rigore morale, una volontà e un approccio all’arte di cui ogni ragazzina/o può poi far tesoro nella vita, anche senza intraprendere una carriera da professionista nella danza. Da questa manifestazione hanno imparato solo che non esistono regole, orari da rispettare, ordine, pulizia, stato sociale.

 

News